
ECONOMIA E LAVORO -
Il dato piemontese ha un segno meno che indica un calo, non generalizzato però in ogni caso all'apparenza incoraggiante. E quello alessandrino è significativo. La periodica indagine dell'Ufficio studi e Politiche attive e passive del lavoro della
Uil nazionale traccia la mappa della cassa integrazione e delle ore di autorizzazione richieste dalle aziende. In Piemonte, escluse Biella e Novara, si registrano andamenti negativi con una diminuzione delle ore autorizzate che in provincia di Alessandria vede passare quelle della 'cassa' ordinaria dalle zero di gennaio (un dato tecnico) alle 24.122 di febbraio, quelle straordinarie da 333.913 a 136.761 e quelle in deroga da 4.384 a 29.597. Se il dato disaggregato in realtà fotografa una realtà più fluida in cui sono ben presenti ancora delle criticità, la somma vede passare le ore autorizzate dalle 338.297 di gennaio alle 190.454 di febbraio pari a una riduzione complessiva che si attesta su 43,7 per cento.
L'andamento piemontese è mediamente diverso da quello nazionale. Nel primo bimestre di quest'anno “complessivamente le ore autorizzate sono state oltre 66 milioni che, al netto del forte aumento delle ore richieste per la gestione ordinaria, mostrano una flessione sia della cassa integrazione straordinaria che della deroga (rispettivamente del 55,2 per cento e 46,3 per cento). Qui la riduzione è essenzialmente derivante dagli effetti della riforma e dal venir meno dell’istituto della deroga” come spiega
Guglielmo Loy della segretario confederale nazionale della Uil.
Quello che su cui invece l'organizzazione sindacale, che a livello provinciale è guidata da
Aldo Gregori, punta l'attenzione è un altro aspetto: l’aumento, mese dopo mese, "dei percettori di indennità di disoccupazione. Infatti i beneficiari della Naspi continuano a crescere ed allo stesso tempo si accumulano ritardi nella implementazione delle misure di politiche attive per l’occupazione. Solo in questi giorni è partita la sperimentazione dell’Assegno di ricollocazione per un campione molto limitato (circa 30.000) di percettori di Naspi" sottolinea ancora Loy. "Le politiche di crescita sono, naturalmente, il primo passo necessario per un’inversione di tendenza, ma l’investimento e il rafforzamento delle politiche attive – conclude - deve costituire un altrettanto importante tassello per costruire un mercato del lavoro inclusivo, insieme ad una ragionevole revisione delle regole di accesso alla cassa integrazione ordinaria e straordinaria, a partire dalla durata e dal costo eccessivo per le imprese”.