
CASTELLETTO D'ORBA - Si fa snervante l’attesa di un confronto tra proprietà e sindacati nell’ambito della complicata vicenda che coinvolge Telecity, lo storico gruppo editoriale creato da Giorgio Tacchino che da tempo si dibatte in una profonda crisi, culminata a inizio 2017 con l’annuncio di 69 licenziamento e il taglio di due sedi a Torino e a Genova. L’incontro era in programma l’altro giorno a Torino, al cospetto dell’assessore regionale al Lavoro Giovanna Pentenero. Solo che le parti sociali non hanno avuto la possibilità di interloquire con la proprietà stessa. Argomento all’ordine del giorno il futuro della sede torinese e i tagli previsti nelle due alessandrine dove traballano 17 punti. “A quanto ne sappiamo – dice
Marco Sali, Slc Cgil – perché già impegnato a Roma al ministero, relativamente all’erogazione dei contributi per le aziende editoriali”. Tutto questo dopo che l’altro incontro di lunedì ad Assago con i consulenti era stato
definito dalla stessa Slc Cgil un buco nell’acqua. In ballo argomento importanti: il futuro immediato, risposte puntuali sugli interrogativi posti dai sindacati a proposito di ammortizzatori sociali e piano industriale. Il tempo stringe: i 75 giorni previsti dalla legge per trovare un accordo, una volta aperta la procedura, stanno scorrendo veloci. L’obiettivo dichiarato dei sindacati, bloccare i licenziamenti, sembra ogni giorno meno percorribile. In ballo un gruppo storico, un’identità fortissima sviluppatasi dal momento della nascita quarant’anni fa. “C’è spazio – ribadisce Slc Cgil – per ammortizzatori sociali”.